ITIS

 IstitutoTecnico LiceoTecnologico  

 Leonardo da Vinci Lanciano

LSTS

                                      L'angolo della scienza
 

 

   IL TELETRASPORTO


   E’ ormai comune trovare su varie riviste scientifiche, anche di divulgazione  e non propriamente specializzate, articoli sul fenomeno del teletrasporto, cioè il trasporto a distanza di qualunque oggetto tramite una macchina particolare collegata ad un’altra simile. Sembrerebbe che il dispositivo utilizzato dal comandante Kirk, della serie televisiva “Star Trek” stia per diventare realtà.       

     Nel 1997 il prof. De Martini, direttore del gruppo di ottica quantistica dell’Università “La Sapienza” di Roma, ha realizzato il primo esperimento di teletrasporto di un fotone, sebbene a pochi metri di distanza, Altri gruppi, in particolare un gruppo di ricerca viennese diretto dal prof. Zeilinger, hanno aumentato la distanza del teletrasporto di un fotone a qualche chilometro. Le notizie più recenti parlano del teletrasporto addirittura di un atomo di Berillio o di Calcio.

     Allora il “
teletrasporto” è realtà? Credo che l’argomento meriti qualche precisazione. In verità è erroneo parlare di teletrasporto di un fotone o di una particella; sarebbe meglio parlare di teletrasporto delle informazioni su un fotone o una particella, che ne consentono la ricomposizione di una copia identica a distanza. L’esperimento si realizza sfruttando un fenomeno della fisica quantistica che va sotto il nome di “entanglement”. Se ne erano già interessati Einstein ed altri, che mettevano l’accento su un paradosso derivante dalla fisica quantistica che va sotto il nome di paradosso di “Einstein-Podolski-Rosen (EPR)": la possibilità che due oggetti possano comunicare istantaneamente a qualunque distanza si trovino.

     Per poter provare ad immaginare quello che succede, ipotizziamo che Alice dalla terra debba mandare un oggetto a Bob che si trova su Marte. Prima della partenza sia Alice che Bob (sono i nomi generalmente utilizzati nell’esperimento) si sono muniti di una scatola di montaggio in grado di analizzare e ricostruire alcuni oggetti particolari.

     Alice fa analizzare dal suo apparato l’oggetto da teletrasportare. Per far questo è costretta a smontarlo atomo per atomo per capire com’è fatto, causandone in pratica la distruzione. Si mette in contatto con Bob e gli trasferisce tutte le informazioni necessarie, in modo tale che la scatola di montaggio di Bob sia in grado di ricostruire l’oggetto distrutto. Quello che abbiamo trasmesso è “informazione”, ma alla fine Bob si troverà un qualcosa identico a quello che aveva Alice.
Sembrerebbe che non ci sia niente di strano. La cosa strabiliante è un’altra: la ricostruzione dell’oggetto in questione, non appena arrivano le informazioni, è istantanea. Le scatole di montaggio identiche di Alice e Bob costituiscono, nella realtà, un’unica entità, per cui la scatola di montaggio in possesso di Bob sa che dovrà ricostruire qualcosa nello stesso istante in cui l’oggetto in possesso di Alice viene distrutto, per una sorta di telepatia (l’entanglement) agente istantaneamente a qualunque distanza; potrà agire, però, solo al momento in cui arriveranno tutte le informazioni sull’oggetto da teletrasportare.

Questi sono i misteri della fisica quantistica che lasciavano perplesso Einstein (può uno stato essere definito istantaneamente? Non c’è il limite della velocità della luce?). Eppure funziona così. E’ teletrasporto? A voi le conclusioni.

                                                                                                                   Domenico Di Bucchianico

Back